Sabato 23 Novembre –Rewilding Trek – Il Pensiero Ecologico in Tolkien

Rewilding Experience

Cammino Formativo dedicato al Pensiero Ecologico nella filosofia Tolkeniana

Prataglia e Campo Buffone

Monti Simbruini

Sabato 23 Novembre

Ore 13.00 "Non tutti coloro che vagano sono perduti" Una frase ricorrente nella letteratura Tolkieniana che si focalizza sull'elemento iniziatico del camminare apparentemente senza una meta nella natura. Oggi si parla moltissimo di ecologia, viviamo in un periodo storico in cui il riavvicinamento alla natura rappresenta forse l'unica risorsa per la sopravvivenza, ma Tolkien aveva compreso l'importanza di tutto questo quando questa necessità non era ancora così evidente. Nelle trincee aveva compreso l'aspetto terribile ed inesorabile  dell'industria e del progresso tecnologico, idealizzando la bellezza del mondo agreste e gli orizzonti non ancora contaminati dall'impronta umana. Nelle sue opere sono interessantissime le note botaniche e zoologiche della Terra di Mezzo, riadattando ad un orizzonte fantastico aspetti concreti dell'Ecologia, in ogni sua pagina si evince infatti la minuziosa descrizione di paesaggi ed ambienti naturali che solo uno specialista biofilo riesce ad osservare. Attraverso questa profonda visione ecologica Tolkien ha dato vita ad un vero e proprio pensiero filosofico che oggi influenza la cultura contemporanea non soltanto dal punto di vista letterario ma anche attraverso un immaginario comune in cui alberi, montagne, cavalli, torrenti rappresentano un luogo della mente in cui poter evolvere. Le opere Tolkieniane sono profondamente caratterizzate da una visione escatologica che volge verso l'interiorità di ogni singolo individuo, elementi archetipali come il viaggio, la prova, la rinuncia e la liminalità rappresentano un vero e proprio passaggio iniziatico in  ogni suo personaggio, in cui si può rispecchiare ogni individuo comune. Comprendere Tolkien ci avvicina ad una natura più semplice e vera dell'esistenza che inevitabilmente ci conduce attraverso linguaggi vernacolare, formule e gesti antichi da un pensiero grossolano ad una versione sottile dell'esistenza. Nel nostro incontro di sabato 23 Novembre muovendo i nostri passi sui meravigliosi altipiani Simbruini tratteremo proprio questi temi, in un paesaggio dove potremo immaginare al nostro fianco peregrinare Aragorn e i giovani Hobbit, riconoscere nella corteccia di un grande Acero il volto di Barbalbero, e nella corsa dei cavalli bradi rivedere Ombramanto o i Rohirrim. Sarà una giornata di didattica in cammino dove insieme analizzeremo questi temi dal punto di vista Ecologico, Etologico ma soprattutto Antropologico Esistenziale. Insieme approfondiremo aspetti del Rewilding Esistenziale che ci accompagna in ogni attività Antropostudio, riscoprendo quella voce selvatica che ulula dentro di noi.  

Andai nei boschi

perché volevo vivere

con saggezza e profondità

e succhiare tutto il midollo della vita,

sbaragliare tutto ciò che non era vita

E non scoprire,

in punto di morte,

che non ero vissuto.

(Henry David Thoreau, da Walden ovvero La vita nei boschi)

Queste celebri frasi di Thoreau, scritte nel lontano 1845 raccontano l’esperienza filosofico esistenziale di un’autore che al suo tempo in piena rivoluzione industriale scelse di andare controcorrente ed allontanarsi dalla città per cercare le radici del proprio esistere in natura.

Oggi più che mai in una società antropizzata   l’opera Walden  scritta più di un secolo e mezzo fa risuona con una fortissima attualità.

 

Tuttavia quella che era una ricerca poetica e filosofica di un autore, negli ultimi decenni è diventata una vera e propria disciplina scientifica che si dirama un un panorama ampissimo di tecniche e sperimentazioni, che vengono esaminate  dalla Ecopsicologia alla AntropoEcologia.

Nel 1984 Edward O. Wilson , uno dei più importanti biologi mondiali  del secolo scorso, fondatore del pensiero Sociobiologico sviluppa nei suo studi la rivoluzionaria teoria della Biofilia:

 Secondo un modello empirico  l’uomo avrebbe la tendenza innata a concentrare il proprio interesse sulla vita e sui processi vitali in natura.

Da qui negli anni a seguire proliferarono ricerche in ambito pluridisciplinare per confutare queste teorie che vennero ampiamente sposate dalla Psicologia e dall’Antropologia che più di tutte le altre discipline scientifiche ha sempre posto un ruolo primario allo studio del rapporto archetipico Uomo – Natura.

L’uomo è un primate che per il 75% della sua evoluzione ha vissuto a strettissimo contatto con la natura come cacciatore – raccoglitore e gran parte dei suo processi cognitivi si sono sviluppati in relazione all’ambiente circostante, all’ interpretazione diretta e sensoriale di quelli che sono i segnali della natura.

L’individuo metropolitano di oggi  invece vive delle realtà sempre più ristrette  claustrofobiche ed antropizzate in cui  difficilmente tali processi cognitivi di contatto e connessione di sperimentazione, scoperta, codificazione di spazi naturali, segnali esogeni, cambiamenti stagionali, si possano verificare. Da questa condizione distopica della società deriva una progressiva realtà patologica dove i disturbi mentali sono sempre più diffusi e l'uomo cerca risposte a questo malessere.

 Molto spesso questa ricerca conduce alla riscoperta delle proprie radici del nostro comune passato evolutivo dove i nostri spazi vitali erano le foreste, i campi, le montagne. Proprio per questo negli ultimi anni si sta assistendo ad una progressiva scoperta  dell’outdoor e  tutte le discipline ed attività ad esso connesse stanno prendendo sempre più piede, anche  non sempre queste pratiche vengono affrontate con consapevolezza.

Molti si avvicinano infatti alle varie discipline  che si svolgono in natura  vivendole come uno sport ricercando il mero gesto atletico , il brivido dell’istante e la performance, tralasciando  totalmente il processo conteplativo, filosofico, interiore ed esperienziale che queste attività in natura  da sempre favoriscono e che in passato venivano usate in culture tradizionali proprio come processo iniziatico nella costruzione del singolo individuo.

La natura è senza dubbio il più grande strumento di consapevolezza che l'uomo possa mai avere a sua disposizione. Essa può facilmente sviluppare processi di conoscenza, rivelazione e chiarificazione del proprio Se.

 Tali processi di  possono e devono essere sviluppati sin dall’età evolutiva in cui il bambino volge il suo sguardo alla scoperta ed implementati durante l’adolescenza e l’età adulta.

Ma per iniziare questo processo consapevole di evoluzione interiore occorrono delle direttive,  strategie per comprendere pienamente l’insegnamento che la natura ci da  e l’approccio mentale e soprattutto etico che occorre avere quando ci si immerge in essa, e in questo  l'AntropoEcologia, la Biofilia Consapevole e l'Ecopsicologia da anni hanno gettato le fondamenta scientifiche per comprendere dal punto di vista Esperienziale e Terapeutico il valore di queste attività all'aria aperta.

 Chi segue le iniziative della nostra associazione sa bene che da anni ci adoperiamo nella divulgazione di tali temi attraverso un Metodo formativo  di EcoAntropologia basato sull'esperienzialità in Natura.

 Erroneamente viene da pensare che il contatto con la natura si possa trovare soltanto nei grandi spazi selvaggi, ma la natura è intorno a noi, dal fiore che cresce sul ciglio del marciapiede ai piccoli parchi urbani (la natura ha preso pieno possesso degli spazi urbani, basti pensare che a Roma per esempio si possono incontrare volpi e addirittura un Falco Pellegrino ha nidificato su un terrazzo dell' Università la Sapienza), praticare una Ecologia Consapevole è un processo possibile, basta avere la consapevolezza e gratitudine di riconoscere la natura intorno a noi.

Per insegnare a riconoscere tutto questo, anche quest'anno  riprenderemo anche i nostri incontri indoor per portare un po’ di natura in città  affrontando dal punto di vista teorico e in parte pratico alcuni degli aspetti che quotidianamente affrontiamo durante i nostri percorsi di formazione in natura, questi sono alcuni dei punti che tratteremo nei nostri incontri:

-   Le radici storiche del distacco in natura

-   Il passaggio iniziatico

-  Qui ed Ora, il linguaggio degli animali

-  Identità e Natura

-  Ecologia consapevole come metodo meditativo

-  Evoluzione in Natura dal bambino all'adulto

-  Il ruolo del cammino

-  Foreste ed approccio sensoriale

-  Alberi e Radicemento Fisico

-  Come riconoscere la natura come Spazio Interiore

-  AntropoEcologia come terapia dell’anima

-  Alberi, foglie e comunicazion

- Ormone Verde e Mindfoulness

-FORESTBATHING

-Barefoot Meditation

- Filosofia delle vette

- Etica e Natura

DETTAGLI e Descrizione del Cammino

- Ore 12.30  appuntamento  a Campaegli

-Ore 12.35 Radunati i partecipanti inizio del trekking e delle attività formative

- Laboratori di AntropoEcologia dedicati a Tolkien

-Tempo in cammino 5 Ore , da Aggiungere due ore di attività laboratoriali e spiegazioni relative al territorio che esploreremo

-Ore 18.30 Termine attività - con condizioni climatiche favorevoli accenderemo un falò dedicato alla condivisione dell'esperienza vissuta con feedback sui temi trattati

- Diff: E (Escursionistica semplice)

- Dislivello 300 M

    Modalità di partecipazione:

 

ISCRIZIONE E QUOTA DI PARTECIPAZIONE

Per la particolare natura delle nostre attività formative è nostra scelta etica mantenere un numero esiguo di partecipanti  per poter mantenere uno standard qualitativo conforme agli obbiettivi prefissati in queste esperienze, Natura vuol dire silenzio e contemplazione, attività molto difficili da attuare con gruppi numerosi.

Prenderemo quindi in considerazione le prime dodici richieste di partecipazione che dovranno pervenire entro il 20 Novembre

Per prenotare è necessario inviare una mail all'indirizzo segreteria@antropostudio.org , comunicando i propri dati anagrafici e numero di telefono e sarete immediatamente ricontattati.

La quota di partecipazione alla Experience  è di Euro 40

Ricordiamo sempre che la natura è nostra Maestra, in caso di condizioni meteo sfavorevoli allo svolgimento delle attività previste sarà nostra premura spostare tutte le attività a quote più basse  proponendo come alternativa la Macchia Grande di Manziana e la Caldara.

I Mezzi

Per essere meno impattanti dal punto di vista ambientale, qualora richiesto sarà nostro piacere mettere in comunicazione i partecipanti per organizzare un car sharing.

Cosa Portare:

L’elemento fondamentale per un’escursione in sicurezza sono un buon paio di scarpe da trekking o da avvicinamento, preferibilmente con suola in vibram.

vestiario adatto alla stagione; pantaloni lunghi, maglietta di cotone o traspirante, pile, guscio e mantella in caso di pioggia (in montagna è sempre bene vestirsi a strati traspiranti da poter togliere o rimettere in caso di caldo o freddo). Doppio paio di calzettoni di riserva ed un piccolo cambio in caso di pioggia da lasciare in auto.

Da mettere nello zaino :

cappello con visiera in caso di sole eccessivo, e berretto pesante in caso di vento freddo, una macchinetta fotografica ed un binocolo per catturare l’istante dell’avvistamento della fauna locale.

Consigliati ma non necessari i bastoncini telescopici per una migliore progressione in salita ed in discesa

Cosa Mangiare

Consigliamo sempre oltre al classico panino e frutta, prodotti che possano dare energia immediata quali frutta secca, cioccolata, barrette energetiche.

La Fauna

Durante il trekking consigliamo vivamente di portare binocolo e macchinetta fotografica, nel percorso scelto è possibile fare l'avvistamento di cervi e caprioli, e con fortuna potremmo anche ammirare da lontano il furtivo passaggio dell'orso bruno marsicano.

Antropostudio

Viale del lido, 62- 00122